Questo libro è un dono che la Natura, il Silenzio e la Preghiera mi hanno fatto, è un omaggio alla mia lingua elettiva: l’inglese, lingua in cui nasce la silloge; i testi sono infatti bilingue, tradotti dall’inglese dalla bravissima Chiara De Luca che ha saputo con competenza e sensibilità traghettarli in Italiano. È una ricerca della parola nel vuoto del silenzio, nell’animo umano come specchio riflettente della natura che ci ospita. È un viaggio nel magma umano e nelle sue fragilità, ma anche un gioioso inno alla vita.
Federica Galetto.
***
WHAT I WANT
What I want is your presence
and your glance when I wake up
What I want is a calm breeze
in this hectic life,
a quiet beat of the earth
under my feet
No enemies knocking on my door
No solitude inside of my soul
Just a smile when it comes dark,
a melody of singing birds on my windowsill
What I want is finding a way
to create beauty every day,
a big tree planted out there
so that I can count every leaf from my nest
I don’t want anything else if you sit
downstairs looking after our love,
thinking about our next day to live,
thinking about we are tree and leaf,
now and forever.
QUELLO CHE VOGLIO
Quello che voglio è la tua presenza
e il tuo sguardo quando mi sveglio
Quello che voglio è un vento calmo
in questa vita febbrile,
un battito quieto della terra
sotto i miei piedi
Senza nemici che mi bussano alla porta
Né solitudine nella mia anima
Solo un sorriso quando fa buio,
una melodia di uccelli che cantano sul davanzale
Quello che voglio è trovare un modo
per creare bellezza ogni giorno,
un grande albero piantato là fuori
per poterne contare ogni foglia dal mio nido
Non voglio nient’altro se ti siedi
al piano terra a occuparti del tuo amore,
pensando al nostro prossimo giorno da vivere,
pensando al fatto che siamo albero e foglia,
ora e per sempre.
***
SOMETIMES
Sometimes
the eyes remain silently full Into the deep orbit
of an image they ditch desires
Hollow is the mouth
down on a tempting heat
And still a vein throbs snuggling its violet nuance
There are cloudy mornings
out there
and a round sunny hour
which sounds
and corn flowers tickling
my nose
where Gods play and laugh
That fringe on a superb lip
falls for me
Dancing slowly on a lone body I water
where no lies grow
and life comes to a rebirth Wild is a breath
A bunch of ecstatic fire
TALVOLTA
Talvolta
gli occhi restano in silenzio pieni
Dentro l’orbita profonda di un’immagine gettano desideri
Cava è la bocca
in fondo su un calore allettante
E ancora una vena pulsa
stringendo la sfumatura violetta
Ci sono mattine nuvolose
là fuori
e una circolare ora di sole
che suona
e fiordalisi a solleticarmi
il naso
dove gli Dèi giocano e ridono
Quell’orlo su un labbro superbo
cade per me
Danzando lentamente su un corpo solitario innaffio
dove non crescono bugie
e la vita giunge alla rinascita
Selvatico è un respiro
Un mazzo di fuoco estatico
***
THE EMPTY SPACE I HAVE BUILT
The empty space I have built
in the colours of sour breaths
Overflowing submersed creatures
independent
And they stop
at the only unusual motion that
incises the air
Among the thousands of inclinations
you reach the tones
Exasperated lights with no outline
urge
And the streets don’t believe
the overwhelming weight
They don’t help the left tracks
It would soothe a tremble to me
if only I could rule my breast’s incipient edema
and the still one of my legs breaking my run
I unglue a remote ray in my living
I break it down in the sun I know
For I never get lost
LO SPAZIO VUOTO CHE HO EDIFICATO
Lo spazio vuoto che ho edificato
nei colori di aspri respiri
Traboccanti creature sommerse indipendenti
E si fermano
all’unico moto insolito che
incide l’aria
Tra le migliaia d’inclinazioni
raggiungi i toni
Luci esasperate senza contorno
spingono
E le strade non credono
al peso soverchiante
Non giovano le tracce lasciate
Mi calmerebbe un tremore se solo
potessi dominare l’edema nascente nel petto
e la gamba immobile che mi spezza la corsa
scollo un raggio remoto nel mio vivere
lo getto nel sole che conosco
Perché mai mi perdo
***
IT IS SNOWING A LIGHT FROM ABOVE
It is snowing a light from above
No sounds in the grass
There’s a little prayer hidden in a
curly bush at the bottom of the road
and silence that runs like a distilled voice
in the air
Specular dreams outside my window
go ahead on their own
sparkling in a bubble
I never meant to say I’m ready
I never meant to say I’m safe
But this calm keep me tight and
your arms seem to be closer
For a while I stand on the doorway checking out my breath
A cracking noise flies and stumbles
A sparrow on the window-sill explores my life from the outside
(I see millions of wings wiping my soul)
STA NEVICANDO UNA LUCE DALL’ALTO
Sta nevicando una luce dall’alto
Nessun suono nell’erba
C’è una piccola preghiera nascosta
in un cespuglio ricciuto in fondo alla strada
e silenzio che corre come una voce distillata
nell’aria
Sogni speculari fuori dalla finestra
proseguono da soli
scintillando in una bolla
Non ho mai inteso dire Sono pronta
Non ho mai inteso dire Sono in salvo
Ma questa calma mi stringe e
le tue braccia sembrano qui accanto
Per un po’ resto sulla soglia
a controllarmi il respiro
Un rumore schioccante vola e cade
Un passero sul davanzale esplora
la mia vita dall’esterno
(Vedo milioni di ali che mi puliscono l’anima)
***
I LEFT YOU
I left you in a shade of red
down there in the past
A second into a life became my rush
and my sound,
a visit of a woman carrying her luggage
out of a storm
And then, in a reason without its neck
all the thoughts kept their names
in the lazy rock I have inside my chest
A second into a life became my rush
Let me start again to seed
I’m so tired to be a blade of grass
TI HO LASCIATO
Ti ho lasciato in un’ombra di rosso
laggiù nel passato
Un secondo in una vita divenne la mia corsa
e il mio suono,
la visita di una donna che trasportava i suoi bagagli
fuori da una tempesta
E poi, una ragione senza collo
tutti i pensieri tennero i propri nomi
nella pietra pigra che ho dentro il petto
Un secondo in una vita divenne la mia corsa
Lascia che ricominci a seminare
Sono così stanca di essere un filo d’erba
***
Il libro è stato creato in inglese e tradotto in italiano, non il contrario. Non è un mistero per chi conosce Federica Galetto e la sua passione per tutto quello che viene al di là della Manica. L’autrice ama anche la lingua tedesca ma non tanto come quella inglese. Aggiungo poi che Chiara De Luca è sempre stata una delle sue traduttrici di poesia preferite. Non mi ha stupita così la scelta di affidare a lei la traduzione del corpo poetico di Ode from a Nightingale. Nightingale è un totem di Federica Galetto. La stanza di Nightingale è stata per decenni la stanza della poesia di un blog importante, che ha ospitato molte liriche di autori diversissimi. Nightingale era anche il nom de plume dell’autrice, una delle sue identità poetiche che aveva bisogno di essere portata fuori, alla luce della scrittura. Ora è arrivato il testo Nightngale, un libro formato da quattro parti, da quattro tempi. Leggo le poesie con la voce di Federica in testa. La conosco da tanto di quel tempo, che la memoria non mi permette di leggere senza sentire il suono della sua voce. Ogni verso, ogni strofa. La cadenza precisa ed aristocratica, la malinconia e il suo legame sotterraneo e profondo con il passato e l’ombra del futuro, le stagioni dei ricordi, il fluire della bellezza negli sguardi dal proprio mondo interiore alla natura che “bussa alla porta” o, ancor meglio, alla finestra della “stanza tutta per sé” dove rivendicare il proprio tempo. Il respiro del mondo intimo, del quotidiano vivere seguendo la commozione del “sentire”, del raccogliere gli ultrasuoni nel sentire dei piccoli spazi, a piedi nudi nella terra, nei piccoli luoghi dove ritrovarsi, dove abbassare la luce e la voce; dove l’immensità è il sentimento, null’altro che il cuore oltre ogni ragione.
Questo è il link della traduttrice che legge dei brani dal libro.Vi invito all’ascolto.
https://youtu.be/H9pWl-XXh-4
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