Tre posie “effimere”, tre poesie “contemporanee”, che reclamano lo spazio del proprio tempo. La scrittura poetica usata come comprensione delle turbolenze della visione e della relazione dei mutamenti dell’intorno e dell’epocale in Sara Ferraglia; l’orogenesi del nuovo mondo che comprime e “tabula” energia di Lyra Davies; l’inaspettato viaggio “intorno al mondo” di Raffaele Sabatino dentro il proprio vicinato, il lontano, lontanissimo distante una sola porta da noi, in un caos cromatico e culturale che investe ma non alleggerisce il cuore dalle nostre nostalgie.
Tre sguardi “utili”, per cogliere le relazioni che corrono attraverso la storia dell’oggi e dell’ immediato, dall’alto dello sguardo e dell’indagine emotiva che scelgie l’accettazione dell’impossibilità dell’orientamento della realtà su piani lineari e prevedibili. “La vita culturalmente più ricca e vasta di oggi obbliga l’individuo a poggiarsi su mille presupposti che egli non può seguire e verificare del tutto e quindi deve accettare per buoni” (Francesca Ieracitano) . Quello che viviamo nell’oggi e nell’intorno, si distinguerà nei ricordi? Si potrà trasformare in storia o sarà dimenticato? La scrittura come comprensione delle turbolenze della visione e delle relazione dei mutamenti dell’intorno e dell’epocale, è l’esatto contrario dell’effimero anche quando è costratte ad utilizzarne colori e parole stampate.
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Topography of an Apple
di Lyra Davies
It perches there, ripe and globular;
knitted together from the pinks of the world,
orbiting its own red roundness
like a planet collapsing; star-struck,
sunburned and staining the sky.
The classroom circles it like the geography
test is a carousel, and each revolution sends
us spinning, ducking, bobbing.
The Pacific deflates and spills
through double-glazed glass panes
in moon-beaded rivulets, welling up
on the sun-lanced carpet and lacing us with
salty fish-hooks. The troposphere is tapping
on the skylight, dripping cumulonimbi
onto our exam papers (wet ink marbles
our fresh photocopies until question four
is illegible). Swallows tumble
through the windows, flitting
between shafts of jalousie-sifted sunlight
and gliding on watercolour wings
like paper aeroplanes, their bodies always
slightly ahead. They nose through the
gaping casement towards the sky to be
shredded in a thrusting jet engine,
feathers parachuting like fistfuls of
confetti onto bulging rain clouds.
The apple rolls off the varnished bureau
and plunges earthwards like a meteor,
emerging in the concave of a creased
palm, with bruises like canyons or moon
craters; topography like a
city skyline: pitted and uniform
in banality as a stranger breathes
something high-flown into the
stars
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Neighbours
di Raffaele Sabatino
Il mio vicino è indiano
ha la casa sempre piena di gente
uomini coi turbanti bambini
donne bellissime coi bindi
la parete del mio vicino indiano
si vede dai vetri, e da lontano
puoi intravedee i film di Bollywood
lui sposa lei, è tutto un lieto fine
sulla parete del mio vicino
si balla e canta e il bene vince
la parente del mio vicino
è sempre felice
* dalla raccolta Scie,
vincitrice del premio Giorgi 2017